Induzione del parto: tanta pazienza e corretta informazione

L’induzione del parto è uno di quegli argomenti attorno a cui c’è tanto mistero che può generare paure e incertezze.
Vediamo allora insieme di cosa si tratta.

Induzione del parto: di cosa si tratta?

L’induzione del parto è una metodica che, attraverso l’utilizzo di farmaci o metodi meccanici, stimola l’innescarsi dei meccanismi che scatenano il travaglio.

Quello che succede è che queste sostanze simulano l’azione di quelle prodotte dal corpo della mamma quando si avvia verso il travaglio.
Nel momento in cui questo sistema raggiunge un punto di azione, il travaglio comincia.

Induzione parto: quando viene eseguita?

L’induzione del parto si esegue quando le condizioni non permettono di proseguire la gravidanza.

Ad esempio:

  • Se il bambino mostra segnali di malessere in utero
  • Se sussiste una patologia materna o fetale che impone di interrompere la gravidanza per evitare di mettere a rischio entrambi
  • Nel caso in cui la gravidanza si protrae oltre il termine naturale di sicurezza (ovvero se il travaglio non si innesca spontaneamente entro le 41 settimane e 5 gg ed entrambi stanno bene sino a quella data).

Perché viene eseguita in caso di diabete gestazionale anche se la mamma sta bene?

Perché gli studi hanno dimostrato che proseguire oltre quella determinata settimana (a seconda delle condizioni in cui il diabete si manifesta) potrebbe essere più rischioso che interrompere la gravidanza anticipatamente.

Perché l’induzione del parto è tanto temuta dalle mamme?

Perché le mamme pensano di dover soffrire di più, cosa che potrebbe essere vera ma solo in senso lato.

Lascia che ti spieghi meglio.

Se pensiamo alle condizioni in cui viene vissuto il periodo dell’induzione capiamo subito che questo momento non assomiglia affatto alla situazione ideale su cui hai tanto fantasticato pensando al tuo parto.

La paura di non sapere a cosa si va incontro, il fatto di dover restare a regime di ricovero per tutto il tempo, i continui controlli, la frustrazione di non vedere un risultato immediato come avevi sperato, la distanza dal tuo partner sono senza dubbio fattori che peggiorano la percezione di tutto il vissuto.

Lo so perfettamente per questo voglio darti tutte le informazioni utili per affrontarla.

In cosa consiste?

Ci sono vari metodi per indurre il parto.
La scelta viene fatta principalmente in base alla condizione del collo dell’utero e alle condizioni di salute.

Se non si è manifestata nessuna modifica (di solito si esegue una visita ostetrica per capire quale sia il metodo più adatto) allora si procederà con gradualità somministrando in alcuni casi prostaglandine per bocca o usando la famosa fettuccia che altro non è che un nastrino imbevuto di prostaglandine (a lento rilascio) che viene posizionata in vagina e lasciata agire per 24h se nulla succede nel frattempo.

Un tempo lungo di attesa intervallato da controlli periodici.

Oppure il gel che ha un’azione rapida, ma che potrebbe richiedere più di una somministrazione in caso in cui il collo abbia già cominciato a modificarsi, o ancora il palloncino che si usa sempre nelle stesse condizioni ma che invece di essere un’induzione farmacologica diventa meccanica.

Sino alla temutissima ossitocina sintetica che si usa solo nei casi particolari in cui non sia possibile usare le metodiche precedenti.

In tutte queste situazioni le doglie non cominciano immediatamente, anzi possono passare fino a 3 giorni tra l’inizio della stimolazione e l’inizio del travaglio e questo crea molto disagio nella futura mamma, per tutti i motivi che ho citato sopra, ma in particolare per l’aspettativa delusa di dover attendere ancora non si sa per quanto.

La mancanza di controllo su questa situazione crea grande disagio più del dolore in sé per sé.

In Italia secondo i dati raccolti dagli ultimi CEDAP (questionario italiano di raccolta dati attorno alla nascita) si eseguono ancora troppe induzioni anche senza una reale motivazione, per quanto ci siano comunque anche in questo caso regioni più virtuose di altre.

Induzione del parto: il mio consiglio per affrontarla

Parla sempre con il tuo professionista di riferimento per comprendere le motivazioni che lo spingono a consigliarti un’induzione di parto e cerca di capire appieno le modalità in cui si svolgerà.

Ti sarà anche richiesto di firmare un consenso informato che hai il diritto di comprendere appieno.

In questo caso, di fronte ad una reale e comprensibile necessità sarai sicuramente in grado di affrontare le situazioni con più pazienza, consapevolezza e coraggio.

Se vuoi approfondire ulteriormente l’argomento e sapere tutte le differenze tra parto indotto e parto naturale ti consiglio di leggere anche l’articolo dedicato.

Parto indotto vs parto naturale: quali sono le differenze?

Ma ancora meglio, ti consiglio iscriverti al REPLAY del mio WEBINAR PRATICO in cui ti spiegherò come prepararti ad affrontare l’induzione.

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  • La differenza tra parto naturale e parto indotto
  • Quando viene eseguita l’induzione
  • Cosa si deve aspettare la mamma e come deve prepararsi per gestirla al meglio
  • Perché l’induzione è tanto temuta
  • Come affrontare davvero questo momento

Per evitare di dover ricorrere all’induzione medica, è possibile in certi casi provare ad indurre il travaglio naturalmente.
Anche a questo tema ho dedicato un articolo in cui ti suggerisco 13 metodi naturali per stimolare il parto  e un webinar completissimo dal titolo “Come stimolare il Parto e Indurre il Travaglio quando non parte da solo” a cui puoi avere accesso immediato iscrivendoti adesso.

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Concludendo, se dovesse succedere che il tuo parto verrà indotto, non spaventarti!
Pazienza e una corretta informazione sono il tuo asso nella manica per affrontare la situazione.

 

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