Diastasi del muscoli retti: cosa è e cosa fare per recuperare

La diastasi del retto addominale è una delle possibili conseguenze della gravidanza o di un eccessivo aumento poderale, che si manifesta con l’allontanamento e l’elongazione delle fibre della linea alba, a causa della costante produzione degli ormoni relaxina, progestinici ed estrogeni che ammorbidiscono il tessuto connettivo, all’incremento di volume dell’utero e all’ipotonicità della muscolatura addominale di partenza.

Fanno parte dell’addome i muscoli del retto addominale, il trasverso e i muscoli obliqui superiori ed inferiori. Oltre alla loro funzione meccanica di flessione, inclinazione e rotazione del tronco, rivestono un importante ruolo nel mantenimento della stabilità del bacino e del tratto lombare del rachide, in sinergia con la muscolatura del pavimento pelvico. In gravidanza, a un aumento fisiologico del peso della mamma e dei carichi sul tratto lombare, si evidenzia un incremento di tensione sulla fascia toraco-lombare. Quest’ultima è come una naturale cintura elastica che avvolge l’addome e il tratto lombare, sostenendo la colonna vertebrale e mantenendo la corretta postura evitando il manifestarsi di algie da compressione vertebrale.

Si tratta di un complesso di fasce che collaborano tra loro per mantenere la funzionalità organica e strutturale della gestante, lavorando in sinergia e compensando le anomalie dei carichi (vedi aumento di peso della futura mamma e del bambino, posture scorrette mantenute durante il giorno, cambiamenti nella dislocazione degli organi interni). La fascia è un tessuto ininterrotto, tridimensionale, paragonabile ad una sottile calza che avvolge i nostri muscoli, le ossa, gli organi, i nervi e i vasi sanguigni, dalla superficie verso l’interno, dal capo ai piedi, connettendo le diverse parti secondo un network specifico.

La fascia toraco-lombare, degli addominali e del pavimento pelvico creano una guaina unica di sostegno e di protezione della parte inferiore del corpo, e come tale deve essere rinforzata ed elasticizzata, anche e soprattutto prima della gravidanza, affinché il corpo possa mantenere la postura eretta e muoversi rispettando la funzionalità sia articolare che organica. Nel caso questo non avvenga, la linea alba, avendo perso la sua capacità di contenimento, si deforma parallelamente con il variare del volume dell’addome.

Diastasi addominale: recupero attraverso l’attività motoria mirata

Nel caso di una diastasi addominale ridotta, ossia inferiore ai 2 cm, è possibile intervenire biomeccanicamente con l’attività motoria. In seguito ad alcune ricerche scientifiche condotte su un gruppo eterogeneo di gestanti, l’American College of Obstetricians ha evidenziato l’importanza di fare ginnastica in forma preventiva sia prima della gravidanza che durante la gestazione al fine di mantenere la tonicità muscolare, per evitare la formazione della diastasi e per mantenere la schiena in salute.

Io consiglio, nell’immediato post-parto, un lavoro sinergico con l’ostetrica per il ripristino della tonicità della muscolatura del pavimento pelvico, fondamentale nel suo ruolo posturale, e con l’osteopata per il ritorno ad una efficiente funzionalità organica.

È consigliabile il Pilates, nota attività che promuove il miglioramento della stabilità del core e della mobilità delle articolazioni. Sono utili, inoltre, gli esercizi di contrazione isometrica della muscolatura addominale, tipo i plank, sia per la loro funzione destabilizzatrice del core sia perché promuovono la produzione delle fibre di collagene da parte delle fibroblasti all’interno della linea alba, e quindi l’avvicinamento delle miofasce del muscolo retto dell’addome.

L’aumentata forza della muscolatura dell’addome permette, inoltre, di recuperare più velocemente una corretta ed equilibrata postura nell’immediato post-parto, momento in cui il Sistema Recettoriale deve resettare e riadattare i carichi. Non devono mai mancare gli esercizi di allungamento della catena miofasciale posteriore (muscolatura paravertebrale profonda e superficiale) al fine di mantenere elastica e resistente il sistema miofasciale del rachide e di equilibrare le forze derivanti dalla catena anteriore con quelle della catena posteriore.

Non mi resta, quindi, che augurarti n buon lavoro!

Questo post è stato scritto con il contributo di Antonella Riviera una carissima amica laureata in Scienze Motorie. Da sempre appassionata allo studio e alla ricerca, attualmente si dedica alle esplorazioni nel campo della biomeccanica. Chinesiologa, Posturologa, ed ex atleta professionista, collabora con Fitness Best Innovation (FBI) per la formazione degli insegnanti di tutta Italia e all’estero.

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