Non c’è alcun dubbio che le cicatrici del parto, come conseguenze di ferite da parto, sono segni che rimangono impressi sia nell’anima sia sul corpo.
Se è vero che ci sono casi in cui è possibile recuperare in modo spontaneo e senza troppe conseguenze, ce ne sono altri in cui queste ferite rimarginate “in un qualche modo” possono lasciare profondi segni e causare dolore a distanza di anni.
Rimandando solamente ad un altro momento e luogo le ferite che riguardano il lato emotivo, oggi voglio concentrarmi sulle cicatrici che riguardano il lato fisico e approfondire in che modo è possibile recuperarle con l’osteopatia.
Ovviamente per farlo non sarò da sola ma mi aiuterà il bravissimo Osteopata Giuseppe Vivona con cui ho registrato anche un Webinar Pratico per sviscerare l’argomento sotto tutti i punti di vista dato che qui mi sarebbe impossibile.
Ti consiglio quindi di leggere fino in fondo all’articolo in modo da avere tutti i dettagli.
Se sei tra quelle mamme che hanno subito un taglio cesareo o importanti lacerazioni al perineo durante la fase espulsiva del parto naturale sapere che c’è un modo per recuperare le cicatrici che a distanza di tempo causano disagi e dolori probabilmente migliorerà la tua qualità di vita.
Sapere che esistono trattamenti dedicati a queste problematiche probabilmente ti farà uscire da quel “buio” in cui certe condizioni possono far calare.
Ma che cosa è una cicatrice?
Nel momento in cui si fa un taglio chirurgico viene inciso un tessuto: la fascia (di questo ti parlo tra poco).
Quando I tessuti vengono riavvicinati artificialmente con le varie metodologie di punti, alcune sostanze rilasciate richiamano cellule e materiali deputati a riparare e rigenerare I tessuti tagliati. In queste situazioni a volte può succedere che la risposta sia eccessiva e creare una iper-reazione.
Ma come dicevo prima un’importante componente è la fascia.
La fascia è appunto un tessuto stratificato senza interruzioni che avvolge tutte le strutture dell’organismo nessuna esclusa.
È una struttura unica che parte dalle zone più profonde del corpo e arriva a quelle più superficiali, come la pelle, estendendosi per tutta la lunghezza dell’organismo.
Per meglio comprendere, il nostro esperto Giuseppe Vivona ci invita a pensare alla fascia come ad un chellophane o una pellicola che se tiriamo da una parte, si sposta verso il punto da cui abbiamo tirato.
Una cosa simile avviene quando abbiamo una ferita chirurgica, quindi una cicatrice.
La fascia è un tessuto vivo, dove vanno ad agire tutta una serie di sistemi fondamentali per la vita stessa: il sistema nervoso, quello immunitario e il sistema endocrino.
Non è solo un tessuto connettivo ma accoglie la vita.
Dal punto di vista chirurgico, negli ultimi anni si è iniziato a tenerne notevole conto, tant’è vero che oggi si fa molta più attenzione quando si opera.
Per quanto riguarda il cesareo, il metodo che di gran lunga oggi si utilizza è il metodo Starck, o cesareo dolce, che invece di tagliare la fascia prevede la sua apertura con le dita, limitando così le aggregazioni fibrotiche sulla fascia stessa e facilitando il recupero.
Le tipologie di cicatrici
Esistono diverse classificazioni delle cicatrici, una di queste, prendendo in esame la morfologia, ne individua principalmente 4:
- Le Cicatrici Ipertrofiche che rimangono confinate a livello del taglio chirurgico ma molto spesso presentano dei noduli più o meno in superficie e al tatto possono apparire sopraelevate rispetto al piano della pelle (sono le classiche cicatrici da taglio cesareo);
- Le Cicatrici Cheloidi, che in realtà può essere una complicanza del primo tipo, crescono in modo esagerato a partire dalla ferita, diffondendosi anche nelle zone limitrofe senza possibilità di regredire in modo spontaneo;
- Le Cicatrici Atrofiche che sono una depressione della cute (una sorta di buco che va in profondità)
- Le Cicatrice Strie Distensae che si manifestano soprattutto dopo le perdite di peso e si caratterizzano per il loro aspetto striato e traslucido
Cosa avviene sotto la cicatrice?
A livello cutaneo quello che vediamo del risultato di una ferita da taglio è la cicatrice, ma sotto cosa succede?
Tornando alla metafora della pellicola possiamo dire che “una volta tirata, la pellicola perde la sua capacità elastica”.
Così avviene per la fascia che diventa molto meno elastica e adattabile.
Ci sono delle cellule, infatti, che hanno la capacità di depositare delle sostanze che vanno a cementare la zona dove è stato aperto il varco e che rendono in questo modo la fascia più limitata nei movimenti.
Al di sotto del piano cutaneo, quindi, avviene qualcosa che va al di fuori dalla fisiologia e che causa dei rallentamenti alla mobilità della fascia durante i movimenti, cosa che a livello posturale può far subentrare dei problemi.
Creandosi così una zona di ridotta mobilità, l’andare a trattare la cicatrice con l’osteopatia significa evitare una serie di problematiche muscolo-scheletriche che potrebbero verificarsi in futuro per possibile “compensazione” posturale.
Le cicatrici del parto: 2 parole sulla cicatrice da taglio cesareo
La più frequente manifestazione sintomantologica della cicatrice da taglio cesareo è il mal di schiena, o lombalgia.
Questa, infatti, è responsabile dei cambiamenti della distribuzione delle forze ascendenti/discendenti sull’anatomia delle fasce addominali.
In presenza di cicatrice da taglio cesareo, si possono creare quindi zone dove c’è maggiore carico meccanico rispetto ad altre, soprattutto a livello della fisiologia vertebrale, portando così sul breve periodo il mal di schiena mentre sul lungo ad un’alterazione della stessa fisiologia vertebrale.
Il movimento delle vertebre viene, infatti, alterato e questo nel tempo può causare problemi più strutturali che vanno oltre alla sintomatologia.
Ti consigliamo, quindi, di non sottovalutare mai un “banale” mal di schiena, soprattutto se continuo nel tempo, dopo un taglio cesareo.
Di tutto questo e di altro ne abbiamo parlato insieme a Giuseppe Vivona in una diretta che trovi salvata sulla mia IGTV a questo link durante la quale abbiamo risposto a moltissime domande che ho provveduto a riportare di seguito.
FAQ | Le domande delle mamme sulle cicatrici
Dopo quanto tempo si può iniziare a trattare la cicatrice?
La guarigione di una ferita chirurgica avviene normalmente in 15 giorni, ovviamente con variabilità personali. L’Osteopata Giuseppe Vivona consiglia di aspettare ancora altri 10/15 giorni prima di cominciare il trattamento.
È possibile prevenire i cheloidi?
Tecnicamente una superficie trattata da subito presenta meno probabilità di formare cheloidi, anche se c’è una variabilità personale che va tenuta in conto. Il trattamento in ogni caso riduce la possibilità che si possano formare delle aderenze.
Come si valuta una cicatrice per un eventuale VBach?
Il VBach è il parto naturale vaginale dopo taglio cesareo. Per poter avere la possibilità di valutare un parto naturale, normalmente si deve attendere minimo 1 anno e la cicatrice causata dal cesareo non deve essere longitudinale (fortunatamente non si opera più in questo modo). L’altra cosa che viene valutata è la ripresa che ha avuto la cicatrice sull’utero. Se non ci sono state infezioni particolari, prima di poter procedere bisogna attendere generalmente 13-18 mesi.
È possibile lavorare sulle aderenze?
Sì, con la tecnica manuale è possibile intervenire per migliorare la situazione. Ma trattare una cicatrice nei primi periodi significa evitare che quelle aderenze si possano creare. Per questo un trattamento tempestivo sulla cicatrice è importantissimo come prevenzione.
Quante sedute di osteopatia servono per recuperare la situazione dolorosa?
Dipende. Non ci sono risposte generiche perché le variabili sono tante (ad esempio: che tipo di cicatrice è?). Tendenzialmente però con l’osteopatia dopo 4 o 5 sedute si nota un miglioramento sintomatologico sulla ferita.
E ora veniamo a quello che ti accennavo all’inizio e cioè alla possibilità di poter accedere ad un WEBINAR PRATICO in cui insieme all’esperto Giuseppe Vivona abbiamo approfondito tutti questi aspetti. Abbiamo parlato di tipologia delle ferite, di dolore, di trattamento e di recupero funzionale.
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In 2 ore imparerai tutto su:
- L’anatomia della ferita
- Le 4 tipologie delle ferite
- Perché bisogna trattare una cicatrice
- Come deve essere trattata una cicatrice
- Cosa può portare una cicatrice non trattata
- Quando iniziare il trattamento
- La Manualità (parte pratica)
- Le Sequele
- Il recupero della ferita dal punto di vista fisiologico
- Le ferite che riguardano il perineo
Per chi è questo webinar?
- per tutte le mamme che si trovano a combattere ogni giorno con il dolore e i fastidi causati da ferite da parto che hanno lasciato il segno
- per tutte le ostetriche che voglio prepararsi sull’argomento in modo da poter aiutare meglio le mamme che seguono
È un webinar sia teorico sia pratico che ti aiuterà a capire come affrontare e risolvere l’annoso problema delle ferite causate dal parto e liberarti così da un peso che sono certa ti starai portando dietro da qualche tempo.
Ciao sono Viviana, ostetrica con più di 20 anni di esperienza in sala parto e 25 come istruttrice di tecniche di meditazione. Sono autrice di libri e di corsi online in cui aiuto le donne a vivere una maternità consapevole con il mio metodo Pronte a Rinascere. Sono centinaia le mamme che ogni giorno seguono i miei consigli dal vivo e online. Se cerchi informazioni su gravidanza, parto, post partum, allattamento e primi mesi di vita del bambino sei nel posto giusto!